Descrizione
Le origini dell'abitato di Bracciano risalgono, probabilmente, al nono-decimo secolo, quando alcuni nobili costruirono in questo territorio castelli per difende le popolazioni dalle invasioni saracene, diventando di fatto signori dei borghi che andavano formandosi.
Dalla fine dell'undicesimo secolo il territorio di Bracciano fu proprietà della famiglia dei Prefetti di Vico, che costruì la propria rocca fortificata sulla cima della collina di S. Giacomo, inglobando la torre già esistente.
All'interno della cinta muraria medievale, ancora visibile su via Fioravanti, si sviluppò un insediamento a conchiglia, con la strada principale che dalla rocca scendeva fino al lago; qui passava un ramo secondario della via Clodia, che assicurava i collegamenti con Roma e l'alto Lazio.
Nella prima metà del XV secolo Bracciano venne in possesso della famiglia Orsini che, tra il 1470 ed il 1490, trasformò la rocca prefettesca nell'attuale castello; nello stesso periodo il paese fu dotato di una nuova cinta muraria, ancora in gran parte esistente, costruita secondo le più moderne teorie militari del tempo.
All'interno della nuova cinta muraria fu compreso il convento di S. Maria Novella (che al tempo della sua fondazione, nel 1436, era situato "fuori porta"), entro il quale si trovano oggi il Museo Civico e l'Archivio Storico Comunale. Nel 1496, in occasione dell'assedio del borgo da parte delle truppe di Papa Alessandro VI, fu edificato sulle mura un nuovo bastione, oggi chiamato "la Sentinella", che rappresenta uno dei luoghi più belli del centro storico, dal quale è possibile ammirare il paesaggio del lago e dei boschi che circondano Bracciano.
Nel nuovo sistema di mura si sviluppò il paese nel corso del '500; vi si accedeva mediante due ponti levatoi, uno dei quali posto a ridosso del convento di Santa Maria Novella.
Nel 1560, In seguito al matrimonio di Paolo Giordano I Orsini con Isabella De Medici, figlia di Cosimo I, Bracciano fu elevato a ducato. Grazie alla disponibilità di nuove risorse economiche Paolo Giordano poté impiantare alcune attività produttive che potenziarono lo sviluppo del paese: la lavorazione del ferro e dello zolfo, l'arte tipografica, la lavorazione degli arazzi. Per dare forza motrice ai suoi opifici il duca fece costruire un nuovo acquedotto che dalle sorgenti della Fiora, presso il Bosco di Manziana, portava l'acqua in paese alimentando, anche, una delle prime fontane pubbliche. Conseguenza dello sviluppo economico del paese fu l'aumento demografico: nel 1575 viveva nel territorio di Bracciano una popolazione di circa 700 famiglie. Entro i primi anni del '600 si saturò il perimetro delle fortificazioni rinascimentali, tanto che nel 1619 il Palazzo Comunale, che ancora oggi assolve alla sua funzione, fu costruito in un'area fuori porta (l'attuale piazza IV Novembre).
Nel 1696 il ducato passò di proprietà alla famiglia Odescalchi.
Durante il '700 questa famiglia dette nuovo impulso alle industrie braccianesi impiantando la cartiera e sei ferriere e facendo costruire a servizio degli opifici un nuovo acquedotto, ancora visibile su via Principe di Napoli, che, come il precedente, si alimentava dalle sorgenti della Fiora. Nella seconda metà del settecento la cartiera di Bracciano fu una delle più rinomate dello Stato Pontificio; si produceva solo carta di qualità utilizzando le più avanzate tecnologie del tempo.
Nel corso del XVIII secolo il paese continuò ad espandersi fuori delle mura ed in particolare lungo l'asse di via Fausti (il cosiddetto borgo Flavio), dove sono ancora visibili alcune belle costruzioni di quel periodo, e secondariamente su via Principe di Napoli.
Nel 1894 fu inaugurata la ferrovia Roma Viterbo, posta a quel tempo al limitare dell'abitato.